Non come ma perché.

Il M5* dice che vuol fare tante cose, ma allo stesso modo di altri, non ci dice mai il perché.
Non basta la semplicistica risposta che una cosa sia meglio di un'altra (anche perché tutto è relativizzabile), ma dovrebbe essere definito qual'è lo schema di valori che porta ad una soluzione.
A parte a qualche accenno all'ecologia, il M5* non si vuole collegare ad uno schema di riferimento ideologico. E neppure ne vuole fornire uno nuovo.
In questo modo, si può navigare a vista, decidere giorno per giorno cosa sia meglio, cambiare opinione rapidamente e mettere sullo stesso piano problemi gravi o con soluzione a lungo termine con quelli semplici e facilmente superabili.
Senza una linea guida di valori, tutto e il suo contrario possono starci dentro. Ci dicono che sinistra e destra non esistono più, che l'importante è migliorare la qualità di vita del posto dove viviamo (le 5 stelle, come per gli alberghi). Ma la qualità della vita è imprescindibile dai nostri valori: se siamo cattolici l'assenza del papa può essere una causa di malessere, se siamo atei magari è ragione di divertimento.
Quindi, non mi basta sapere che verrà richiesto un reddito minimo di cittadinanza, vorrei sapere anche perché.
Io so perché lo vorrei, perché secondo me dovrebbe andare a sostituire tutte lo forme di assistenza sociale. Non solo le pensioni sociali e la cassa integrazione o il sussidio di disoccupazione, ma soprattutto i lavori finti creati dai politici per attirare consenso, i lavori socialmente utili e la moltiplicazione di posti in tutti gli enti pubblici. Rendendo finalmente i cittadini liberi di scegliere i politici in base alle idee e non alla convenienza.
Ma questo ragionamento ha bisogno comunque di una base ideologica, un'idea filosofico-politica che mi porti a considerare i cittadini come persone con diritti economici oltre che quelli civili, a prescindere dalla loro collocazione sociale o appartenenza politica.
E questa è un'idea che si colloca, volenti o nolenti, a sinistra. Perchè è diversa dalla volontà della lega di perpetrare i diritti solo di una parte della popolazione su base geografica, o dall'impostazione liberista che prevede che ognuno si debba arrangiare da solo, e non è neppure simile alla posizione cattolica che prevede l'aiuto solo a chi accetta i loro valori.
L'idea di mettere insieme uguaglianza nei diritti, solidarietà sociale e aiuto soprattutto agli strati meno ricchi della popolazione è sicuramente di sinistra.
Ma c'è di più, queste idee sono collegate ad altre in uno schema che ha dei suoi punti di riferimento chiari, come la lotta sia alle mafie che al fascismo, alla democrazia anche nella scelta del leader, e così via.
Se non c'è questo schema, difficilmente raggiungerò un qualsiasi miglioramento della mia vita, perché il benessere non è la somma algebrica di singoli fattori (che me ne faccio del wi-fi gratuito se poi non ho il computer?) ma il raggiungimento complessivo di un livello superiore nella mia scala di valori.

ViVa Pancho Grillo!!

I giornalisti si sono accorti del M5* l'attimo prima della sua fine.
Sono tutti a domandarsi il perché del fenomeno che questo è già passato.
Proprio come uno tsunami.
Non che non possa avere ancora risultati elettorali, ma la sua rivoluzione è finita nel momento in cui è entrato da vincitore in parlamento.
Perché adesso, con l'espugnazione della capitale nemica, l'epopea eroica di quelli che combattono contro il governo centrale dei burocrati è terminata.
Ora i peones di Grillo, quelli che contano solamente uno, potranno sedersi in parlamento e diventare parte del sistema o abbandonare ancora la capitale incapaci di comprenderne il funzionamento.
Come i caballeros di Villa ed i campesinos di Zapata, guarderanno quel mondo che non è il loro e torneranno alle loro case, oppure si aggiusteranno le cravatte e si mescoleranno tra i politici di mestiere dei partiti.
A poco varrà l'aiuto di Grillo, perché di fronte a quesiti complessi le risposte da slogan rivoluzionario non bastano.
Perché le leggi non sono mai bianche o nere: dentro ai testi burocratici ci sono sempre delle limitazioni, delle esenzioni, delle distinzioni, che ne cambiano il significato originario.
Così, come dice Grillo, voteranno decidendo di volta in volta. Ma quello che Grillo non dice è che non voteranno tutti nello stesso modo.
Perché all'interno del M5*, come si è visto in Emilia (Favia contro tutti) e Piemonte (Biolè contro Bono), dove per primi sono sperimentati gli eletti del movimento, le anime del movimento sono eterogenee e spesso antitetiche.
Il fatto che persone di destra e di sinistra siano confluite insieme non vuol dire che abbiano rinunciato ai loro punti di riferimento. Di fronte a leggi complesse risponderanno più secondo la loro convinzioni che secondo direttive unitarie.
Questo fenomeno andrà via via allargandosi frantumando definitivamente il M5*, che essendo basato su un'unità di convenienza intorno al mediatico Grillo e una coesione fragile sui temi anticasta, non ha speranza di sopravvivere.
Pancho Villa entrò nella capitale messicana insieme a Zapata, fecero le foto nel palazzo presidenziale del deposto Huerta e poi dovettero abbandonare il potere al più moderato Carranza.
La gente continuò a considerare Pancho Villa un eroe, un rivoluzionario, confusionario e molto generoso ma elesse Carranza.
Il termine giusto per il fenomeno M5* l'ha scelto proprio Grillo: Tsunami.
Un'onda occasionale, imprevista, che tutto distrugge ma lascia solo rovine ed il ricordo di sé.
E già l'onda si ritira...